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Pyrococcus furiosus, Archea da Mordor

Pyrococcus furiosus e’ una specie del dominio degli Archea che deve il suo nome al fatto che e’ in grado di sopravvivere a temperature superiori ai 100 gradi Celsius. E’ un estremofilo isolato per la prima volta nel 1986 sull’isola di Vulcano nell’arcipelago delle isole Eolie in Sicilia. E’ uno dei pochi organismi esistenti di cui si sia verificata la presenza di tungsteno nei propri enzimi. 

Il termine Pirococco significa letteralmente, in greco, palla di fuoco. Questo nome e’ dovuto alla forma dell’organismo tondeggiante e alla sua capacita’ di crescere a temperature molto elevate. Il termine furiosus deriva invece dal latino e significa per l’appunto furioso/veloce. Questo si riferisce alla sua eccezionale velocita’ di duplicazione. 

Gli organismi di questa specie sono cocciformi e possiedono una serie di flagelli apicali. Pyrococcus cresce poco su substrati composti da carboidrati semplici come il glucosio, lattosio e galattosio, ma cresce bene in lievito, maltosio, cellobiosio e amido. 

Pyrococcus furiosus

E’ un organismo anaerobio rintracciabile in ambienti molto caldi come le sorgenti termali ricche di zolfo, dove le temperature superano i 90 gradi. Questo tipo di ambiente era molto diffuso circa 3 miliardi di anni fa, quando si pensa sia nato. Il suo optimum di temperatura e’ intorno ai 120 gradi mentre il suo optimum di pH varia trai 5 e i 9. In condizioni ottimali si duplica in 37 minuti che e’ il tempo piu’ breve tra gli Archea conosciuti.

Questo microorganismo riesce a mantenere l’integrita’ del suo cromosoma con temperature molto alte con un accumulo piu’ basso di rotture del DNA come invece avverrebbe normalmente. La sua costituzione lo rende anche resistente a radiazioni ionizzanti, rendendolo capace di resistere fino a dosi di 1.5 kGy. Possiede una serie di enzimi termostabili ricchi di cisteine e ponti di-solfuro. Una sua polimerasi viene molto usata in laboratorio per la PCR. 

Una curiosita’: i ricercatori della University of Georgia hanno pubblicato una ricerca che prevede l’utilizzo del batterio, in una forma mutata per produrre carburante partendo dalla CO2. Il vantaggio della ricerca e’ rappresentato dall’utilizzo di questo estremofilo che sopporta facilmente la temperatura di esercizio dei processi industriali a differenza di altri batteri e lieviti studiati. L’archea Pyrococcus furiosus e’ in grado di produrre anche 2-pentanolo, un biocarburante e solvente industrialmente importante.

Testo: Luca Tonietti 
Foto: wikipedia.org
Fonti: https://web.archive.org/web/20130621220654/http://biology6kingdoms.wikispaces.com/Pyrococcus+furiosus