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Nanobatteri Estremi nel Vulcano Dallol in Etiopia

Nel maggio 2019 viene pubblicato uno studio su “Scientific Report” nel quale un gruppo di ricerca a cui ha partecipato Barbara Cavalazzi dell’Universita’ di Bologna, ha individuato la presenza di nanobatteri nelle sorgenti idrotermali del vulcano Dallol in Etiopia. Questa zona geografica e’ una delle piu’ inospitali del pianeta simile a come poteva presentarsi la superficie marziana in tempi antichi.

Il vulcano Dallol nel deserto della Dancalia, una zona dell’Eritrea e’ decisamente inospitale. L’attivita’ idrotermale e’ alimentata da acqua che viene riscaldata e arricchita in gas da un bacino di magma poco profondo sotto il vulcano. Barbara Cavalazzi ha guidato recentemente uno studio in cui viene ribadita l’importanza dell’area geotermale del Dallol come analogo planetario. 

Analizzando campioni di roccia prelevati all’interno delle sorgenti idrotermali, in un’area caratterizzata da estrema acidita’, elevatissima salinita’ e alte temperature (tra 90 e 109 gradi) i ricercatori hanno riscontrato la presenza di alcuni nanobatteri dell’ordine Nanohaloarcheales 20 volte piu’ piccoli dei batteri comuni. 

Dalle analisi microbiologiche realizzate, hanno identificato all’interno delle rocce minuscole strutture sferiche con un alto contenuto di carbonio, un dato che indica la loro origine biologica. L’insolita geochimica del Dallol ha stretti parallelismi con alcuni ambienti idrotermali marziani fossili, come ad esempio il Cratere Gusev, dove sbarco’ il rover Spirit della Nasa nel 2004. 

Il vulcano Dallol e l’annessa area geotermica sono uno dei luoghi piu’ caldi della Terra, con temperature medie annue che oscillano tra 36 e 38 gradi centigradi e possono raggiungere picchi di 60 gradi. Si trova all’estremita’ settentrionale della depressione della Dancalia, una regione nord-est dell’Afar, in Etiopia dove l’altimetro segna -125 metri rispetto al livello del mare. 

Il Dallol e’ circondato dall’ampia pianura salata di Assale. L’interazione tra l’attivita’ vulcanica e i depositi evaporati saturi di vari Sali, tra cui cloruro di argento, solfuro di ferro, diossido di manganese e salgemma, crea un paesaggio spettacolare con sfumature che vanno dal rosso al verde e dal giallo al blu. 

Indagini su questo sito miglioreranno la nostra comprensione dei limiti della vita sulla Terra e la ricerca della vita nell’Universo.

Testo: Luca Tonietti 
Foto: Astrobiology.com
Fonti: inaf.it
https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/ast.2018.1926
https://www.nature.com/articles/s41598-019-44440-8